Funzione del Notaio
La domanda che solitamente ricorre “al bar” è se il Notaio sia ancora una figura utile o addirittura necessaria nel nostro Paese.
Un noto giurista, Francesco Carnelutti, sintetizzò perfettamente la funzione del Notaio, libero professionista ed allo stesso tempo pubblico ufficiale al servizio dello Stato, nella felicissima e sempre attuale espressione di “Tanto più Notaio, tanto meno Giudice”.
Non è un caso che nel settore immobiliare, uno degli ambiti nel quale l’intervento del Notaio svolge la funzione più pregnante sotto il profilo sia quantitativo sia qualitativo, la percentuale di contenzioso rasenta lo zero (è pari infatti allo 0,0029%).Ciò dimostra che, non solo il sistema “Notariato” funziona, ma che lo stesso è al servizio proprio delle fasce più deboli di cittadini.
Queste, infatti, in mancanza di un filtro preventivo rappresentato dal controllo di legalità notarile, dovrebbero andare incontro ai costi esosissimi, alle lungaggini intollerabili ed alle incertezze di defatiganti contenziosi dinanzi ai nostri Tribunali Ordinari (che ne risulterebbero sempre più ingolfati), con un costo sociale elevatissimo, di certo molto più elevato del pagamento del singolo professionista/pubblico ufficiale.
Senza considerare, poi, che nei rarissimi casi in cui il Notaio dovesse, per errori professionali, causare un danno al cittadino, questi si vedrebbe risarcito fino all’ultima Lira dalla assicurazione obbligatoria (dalla quale, per scelta politica della categoria) tutti i Notai risultano coperti ed in subordine da un Fondo di Garanzia istituito presso la Cassa del Notariato.
Non si vede allora il motivo per il quale una parcella che si può aggirare in media sui 1400,00 euro per una compravendita da 100.000 di valore dichiarato, sia vista come eccessivamente onerosa a fronte del tipo di lavoro “specialistico” ed altamente qualificato che il Notaio svolge e delle responsabilità che lo stesso assume nei confronti di ENTRAMBI i clienti.
Qui veniamo ad un punto di fondamentale importanza. Il Notaio è un Giano Bifronte, un po’ libero professionista, ma più che altro pubblico ufficiale delegato dallo Stato che lo seleziona in maniera rigorosa ed obbiettiva in una prova concorsuale che, a detta di tutti, risulta tra le più difficoltose. Ed è giusto che sia così: lo Stato delega sempre più delle sue delicate funzioni al Notariato (dalla lotta all’evasione fiscale, all’abusivismo edilizio, all’aggiornamento ed alla tenuta dei pubblici registri, delle Camere di Commercio, all’esazione delle imposte indirette) ed è sacrosanto che voglia selezionare i propri “soldati” al meglio.
Il Notaio, così severamente selezionato e quindi altamente specializzato per le sue competenze, riscuote onorari sulla base di tariffe massime stabilite dallo Stato, che, alla fine, si rivelano ben più economiche di quelle di altre categorie professionali. Se tutto ciò è possibile è proprio grazie al numero cd chiuso, che alla fine è un numero programmato come quello dei magistrati. Se così non fosse la parcella del Notaio (come quella del grande medico o del grande avvocato altamente specializzato) non sarebbe accessibile alle categorie meno abbienti. Quella che viene percepita dai più come eccessivamente elevata, non è in realtà danaro che va nelle tasche del Notaio, bensì l’ammontare delle tasse ed imposte che vengono, per il tramite del Notaio, versate direttamente nelle Casse dello Stato e peraltro senza aggio alcuno.
Il Notaio peraltro, proprio perché pubblico ufficiale, a differenza di altri professionisti che tutelano gli interessi della parte che li ha prescelti (e che li paga), deve per legge e deontologia della categoria, essere non solo super partes, ma extra partes, andare cioè, addirittura contro gli interessi delle stesse, rifiutando la stipula di un atto, ove lo stesso avesse delle finalità contrarie a norme imperative, ordine pubblico o buon costume.
Qualora, alla luce di quanto detto, si volesse liberalizzare totalmente anche la professione notarile, in una logica di libero mercato, una prestazione così altamente specializzata e garantista, quanto costerebbe? Sicuramente di più di quanto non costi adesso e risulterebbe, alla fine, al servizio dei soli ceti più abbienti. Come si suol dire “prevenire è meglio che curare” e, in questo specifico caso, costa meno. Si pensi che le frodi ipotecarie accadute negli Stati Uniti (sprovvisti del Notariato di tipo Latino) sono costate 4 miliardi di dollari l’anno.
E questi maggiori costi inciderebbero secondo lei sui ceti più abbienti? Assolutamente no!
Chi è in grado di sopportare meglio e più a lungo i costi di un giudizio dai tempi biblici e dagli esiti incerti, di assicurarsi bravi e quindi costosi avvocati, se non il cittadino già ricco che magari di case ne ha già 10?
Ed allora il sistema “notariato latino” tutela o non tutela proprio quelle fasce economicamente più deboli della popolazione?
E non è un caso che il sistema di Notariato Latino sia tuttora vigente in ben 75 paesi di tutto il mondo e proprio in quelli con il tasso di ricchezza e popolazione più elevato (corrispondenti al totale del 56% della popolazione mondiale) e che Stati ex comunisti che si stanno affacciando da pochi anni a questa parte ad un’economia di mercato (vedi l’es della Cina e della Russia) abbiano letteralmente “copiato” dal nostro sistema l’organizzazione del Notariato. E’ proprio di qualche giorno fa l’approvazione in Russia di una legge uguale e contraria a quella che è stata da noi promulgata l’estate scorsa. Mentre da noi hanno eliminato la competenza notarile per le cessioni di quote di società a responsabilità limitata, nel paese di Putin, l’hanno inserita come obbligatoria!
Perché in una ottica di esterofilia spinta si deve dire sempre che l’erba del vicino è più verde e che il sistema di common law funziona meglio del nostro? Si è dimostrato già di no, ma quand’anche fosse, funziona applicato ad una popolazione culturalmente diversa dalla nostra. Per l’americano medio la casa una scatola di legno da poter caricare su di un traino e spostare; per l’americano medio, se nella vendita qualcosa va storto, i soldi che gli indennizza l’assicurazione gli sono più che sufficienti.
All’italiano medio non gliene importa niente di ricevere il risarcimento del danno (dopo 20 anni, dati i tempi della nostra giustizia). Lui vuole quella casa e solo quella! Per tutto il valore, non ultimo quello affettivo, che ciò comporta.
Altra leggenda metropolitana che i Notai sono tutti figli di Notai…lo sapete che i figli d’arte rappresentano solo il 18% di tutta la categoria? E che le donne ne rappresentano il 30%?
Non v’è dubbio che il numero programmato si traduca anche in un beneficio per i Notai. Ma a tale beneficio corrispondono una serie di limitazioni che nelle altre professioni non hanno eguali:
– il Notaio è soggetto ai controlli dell’Agenzia delle Entrate, dell’Archivio Notarile ogni due con sanzioni che vanno dalla censura alla sospensione fino ad arrivare alla destituzione;
– il Notaio è strettamente vincolato al territorio, in modo da garantire il pubblico servizio anche in sedi disagiate e poco redditizie. Ancora una volta in una logica di libero mercato tutti farebbero la fuga verso i luoghi più vivaci dal punto di vista economico, lasciando scoperte tutte le sedi più povere e disagiate;
– il pubblico servizio si traduce anche nell’obbligo di assistenza alla sede. Detto obbligo significa che il Notaio, salve rare eccezioni, non può decidere liberamente di chiudere baracca ed andare in vacanza (come qualsiasi altro professionista) ma lo potrà fare solo se a ciò autorizzato dal Consiglio Notarile Distrettuale.
Il Notaio quindi ha una serie di oneri e doveri da rispettare che si traducono in una garanzia maggiore per i propri clienti, garanzia che altri professionisti non potrebbero offrire in misura assolutamente equivalente, posto il minor rigore delle regole che disciplinano la loro attività.
Proprio per questa maggiore specializzazione è opportuno ed anzi indispensabile che il Notaio sia il solo a poter avere le chiavi dei Pubblici Registri Immobiliari e della CCIAA. Permettere l’accesso a questi ultimi a soggetti che non abbiano la terzietà e l’imparzialità di un pubblico ufficiale, significherebbe aprire una falla enorme nella affidabilità di tali registri. Ciò si tradurrebbe, a catena, in una maggiore difficoltà delle Banche nella erogazione del credito: si pensi soltanto il mancato controllo di tali registri oltreoceano quali disastri ha creato nell’economia americana e mondiale, dove, vista l’assenza di limiti a comportamenti di finanzieri senza scrupoli e disonesti, è stato possibile mettere in piedi frodi di identità e frodi ipotecarie.
A volte si accusa il Notaio di non offrire una garanzia sostanziale ai cittadini in ipotesi di abusivismo edilizio: è vero. Perché il Notaio per legge non deve controllare (andando a fare un sopralluogo e prendendo piantina e righello) che il bene sia venuto ad esistenza in conformità ai progetti licenziati dal Comune.
Questo rientra nei compiti di tecnici che devono coadiuvare il Notaio mediante la redazione di relazioni ad hoc.
D’altronde, come non si pretende che il giornalista faccia anche il tipografo o che il giudice, nel redigere i propri decreti di trasferimento, faccia a meno del Consulente tecnico d’ufficio, perché si pretende dal Notaio di fare il tuttologo?